Targa famiglia Ferro e Bassorilievo

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Lo stemma della famiglia Ferro è complesso e simbolico: un'aquila coronata regge uno scudo diviso in due sezioni. A destra, una ruota con otto raggi e una quercia perforata da un picchio; a sinistra, la croce di Lorena, un leone rampante coronato e quattro rettangoli alternati. La croce di Lorena, simbolo del patriarcato d'Aquileia, rappresenta la gloria piuttosto che la sofferenza di Cristo, simbolizzando il ritorno glorioso di Cristo sulla terra. Questo stemma, associato alla famiglia Ferro, è legato a Cappelletta e alla sua storia nobiliare.

Presso l'altare di S. Antonio si trova un trittico in pietra di Nanto raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Pietro e Paolo. Originariamente inserito in uno degli oratori delle ville venete di Cappelletta, l'altorilievo proviene dalla torretta colombara di Villa Lazzari Agazzi, demolita nel 1953. L'opera, databile al XIV secolo, presenta una struttura gotica con trifora e angeli in preghiera. La Madonna e il Bambino occupano il centro, con simboli di fecondità e prosperità. S. Pietro e S. Paolo sono raffigurati con i loro attributi, con proporzioni che riflettono la tradizione medievale di enfatizzare la sacralità della figura centrale.

DEO, VIRGINIQ MTRI MARIAE
AC
DIVO ANTONIO PATAVINO
IOANNES FERREVS ALOYSII FIL.
PATRITIVS VENETVS,
EX FLANDRAE COMITIBVS ORTVS
SAC. ROM. IMP. COMES ET EQVES
HVNGARIAE REGNI SUPREMVS NOB.
ROMANVSQ PATRITIVS
ETC.
HOC SACELLVM EX VOTO
ANNO GRATIAE

M.D.C.LXIII


Traduzione: A Dio, a Maria Vergine e Madre e a S. Antonio da Padova Giovanni Ferro figlio di Alvise (Aloisio), patrizio veneto, disceso dai conti di Fiandra, conte e cavaliere del Sacro Romano Impero, Supremo Nobile del regno d'Ungheria e patrizio Romano eccetera, (fece costruire) questo altare ex voto nell'anno di grazia 1663).
Questo patrizio veneto aveva sommato sulla sua persona così tanti titoli da potersi permettere di scrivere "eccetera".
Descrizione dello stemma della famiglia Ferro
Lo stemma di famiglia notevolmente complesso: un'aquila ancipite coronata regge uno scudo diviso a metà: sulla parte destra rappresentata in basso una ruota con otto raggi da cui si sviluppa una quercia a tre diramazioni. Il tronco dell'albero perforato da un picchio. La parte sinistra divisa in quattro sezioni: in una appaiono tre bande; alla destra di esse figura la croce di Lorena (a due braccia traversali); sotto c'è un leone rampante coronato e a destra quattro rettangoli alternati, due in rilievo e due no. La croce di Lorena, con due braccia traversali delle quali una indica l'iscrizione I.N.R.I., fu usata come simbolo del patriarcato d'Aquileia; a Cappelletta si trova nello stemma dei Ferro e nel paliotto del vicino altare di sant'Antonio, ove figura insieme a due gigli e alle lettere S.A.P. (Sanctus Antonius Patavinus). Queste raffigurazioni per sono posteriori al 1480, data della fine della dipendenza da Moniego e molto prossime al 1684 anno in cui Cappelletta divenne parrocchia. La croce assume qui significato pi esteso: non la croce della sofferenza di Cristo, ma la croce gloriosa che fa la sua apparizione (parusa) poco prima del ritorno di Cristo sulla terra. Un simbolo glorioso dunque, rapportabile all'alta nobilt della famiglia Ferro, che possedeva una villa nei pressi dell'attuale casa Attombri, in via Maglio, a Cappelletta. (Unaltra lapide, commissionata dallo stesso Giovanni Ferro, si trova sul fondo della navata destra della chiesa di santo Stefano a Venezia: datata 1692 e riporta il compianto funebre dettato da Giovanni in morte del fratello Lazzaro, avvocato).Trittico della Vergine (XIV secolo)Presso l'altare di S. Antonio è murato il trittico in pietra di Nanto della Madonna con Bambino e i santi san Pietro e san Paolo.Si sa con certezza che l'opera proviene dalla parete esterna della torretta colombara di Villa Lazzari Agazzi demolita nel 1953, ma in precedenza era sicuramente inserita in uno degli oratori collegati alle tante ville venete di Cappelletta.L'altorilievo ha un ordine scandito e delimitato dalla struttura architettonica di una trifora, con cuspidi in gotico fiorito veneziano sormontati da due angeli in preghiera con le ali distese. Si creano così tre archi che contengono al centro la Vergine in piedi con Gesù bambino in braccio. In una mano Gesù regge il vangelo, mentre con l'altra regge, insieme alla Madonna, un frutto. Si tratta probabilmente di una melagrana, simbolo antico di fecondità e prosperità e spesso presente in rappresentazioni del genere. Nell’arco a sinistra della Vergine è collocato S. Paolo, con il libro delle sue lettere in una mano e nell'altra la spada sollevata. Nell’arco a destra della Vergine compare la figura di S. Pietro Benedicente, con la chiave in mano, simbolo dell'autorità conferitagli da Cristo.L'opera è ben conservata e ciò favorisce l'analisi di questo oggetto pregevole e raffinato sia nella complessità della struttura, sia nei panneggi delle vesti. Diversi elementi stilistici ne collocano la datazione nel XIV secolo. E’ interessante notare come sia ancora in atto la concezione medievale della rappresentazione, che considerava la grandezza delle figure proporzionale alla loro importanza, così, mentre Pietro e Paolo hanno la stessa altezza e occupano lo stesso spazio, la parte centrale, dove si trova la Madonna col bambino, è più alta e più larga, e la Vergine ha proporzioni maggiori rispetto ai santi ed è l'unica figura la cui testa entra nello spazio centrale della cuspide. Il messaggio sacro prevale nettamente sul realismo della rappresentazione.

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